RICCI, GIUSEPPE
Nasce a San Mauro di Romagna (FO) il 25 marzo 1881. Attivo militante socialista, è protagonista della ricostruzione della sezione del psi nel suo paese, della quale è segretario per vari anni. Assume anche la carica di consigliere comunale, da cui decade per incompatibilità essendo muratore del municipio.
Pur avendo frequentato solo le scuole elementari, con la lettura e l’attiva militanza si costruisce una discreta cultura e una notevole capacità oratoria. Nel gennaio 1904 diventa segretario della locale società operaia di mutuo soccorso nelle cui disavventure finanziarie si trova a essere coinvolto. Abbandona l’impiego di muratore comunale e, tramite il psi, assume la guida della segreteria delle leghe di Stuffione (mo). Nel 1907 è nominato segretario della Federazione dei lavoratori della terra della bassa Modenese, dove si distingue per l’organizzazione dell’imponente sciopero agrario di quei mesi. Nel 1909 è nominato segretario della cdl di Legnago. Un anno più tardi si trasferirà a Revere, nel Mantovano, quale segretario della locale sezione socialista.
Il suo rapporto con le Marche inizia l’indomani della nascita della cdl provinciale di Pesaro. Nel 1910, dopo una lunga serie di riunioni, viene nominato provvisoriamente un comitato esecutivo camerale (lo compongono i pesaresi Ciro Castellani, Primo Cava, Silverio Talevi, Armando Magnoni, Giuseppe Filippini, Gaetano Soatti, Aiace Cerni, Nicandro Andreani, Alfredo Morotti e Giuseppe Tomassini, quindi i fanesi Cinelli, Vincenzo Gabrielli, Ettore Strolin, Alfredo Panaioli ed Egisto Giammattei, infine gli urbinati Domenico Gasparini e Luigi Buratta) ed è definito uno statuto. A questa riunione partecipano, o comunque aderiscono, circa quaranta organismi economici (principalmente di Pesaro, ma anche di Fossombrone, Fano, Mondolfo, Urbino, Pergola e Cagli) e viene deciso di bandire un concorso per il posto di segretario propagandista. Il 19 febbraio 1911, tra diciotto candidati, è proprio R. a essere scelto per tale incarico, che tuttavia non diventa operativo, probabilmente a causa delle difficoltà economiche attraversate dal sindacato. Nell’incertezza del momento, R. decide di rassegnare le dimissioni e di lasciare la città.
Dopo una parentesi alla testa della cdl di Poggio Rusco, nel gennaio del 1913 torna però a Pesaro, dove la dirigenza camerale ha finalmente stabilito di affidargli la segreteria. Ciò provoca notevoli polemiche: in particolare, c’è chi suggerisce di rieffettuare la selezione o, viste le precedenti dimissioni di R., di affidare l’incarico al secondo classificato, Annibale Francisi. La componente anarchica, per voce di Ettore Fabbri, sostiene la necessità di bandire un nuovo concorso, sostenendo la candidatura di Casimiro Accini; sulla stessa linea si pongono i repubblicani, che alla guida della cdl vorrebbero Nicandro Andreani, membro della Fratellanza marinai e già segretario amministrativo della camera del lavoro. Le critiche investono sia l’aspetto politico – R. è giudicato troppo legato alla componente socialista-riformista –, sia l’eccessiva onerosità del compenso previsto per la carica (2500 lire annue, più le spese). Alla fine, tuttavia, i repubblicani ottengono la conferma di Andreani a segretario amministrativo e danno il nullaosta alla assunzione di R. come segretario propagandista.
Questi si impegna subito in un’intensa attività organizzativa e rivendicativa. Nel giugno 1913 propone la costituzione di un Segretariato provinciale per l’emigrazione – organismo già presente in diverse regioni del centro-nord – che viene costituito nell’agosto seguente, con la partecipazione, oltre che della cdl, di vari comuni, della provincia, della locale camera di commercio (che ne garantiscono l’indispensabile sostegno finanziario) e della Società Umanitaria di Milano. R. ne è il segretario. Nello stesso periodo entra a parte, in rappresentanza della camera del lavoro, anche del comitato direttivo dell’Ispettorato provinciale delle cooperative e mutue.
Nel marzo 1914 si celebra il I Congresso della cdl di Pesaro, territorio dove operano cinquantatré leghe per un totale di 3165 iscritti (nel 1902, diciannove erano le leghe esistenti, con 1537 soci). All’appuntamento sono presenti quindici leghe di Pesaro e dintorni e nove leghe di Urbino e del suo circondario, che vantano nel complesso oltre milleseicento soci. R. vi presenta la relazione morale dove, pur sottolineando il notevole impegno profuso, specialmente sul fronte delle rivendicazioni, osserva che lo sviluppo del movimento sindacale è ancora disordinato e pertanto necessita di maggiore disciplina. Dopo avere approvato il suo intervento e la nota sullo stato delle finanze dell’organizzazione, il congresso ratifica alcune modifiche statutarie ed elegge una nuova commissione esecutiva (Luigi Buratta di Urbino, Torquato Del Piccolo, Paolo Lazzaroni, Gaetano Soatti, Dante Spallacci e Augusto Terenzi di Pesaro, Solindo Lombardini di San Pietro in Calibrano).
Nel maggio del 1914 aspre polemiche suscita la proposta di R. di non fare assumere alla cdl il compito di organizzare le consuete manifestazioni per la Festa dei lavoratori. Nello stesso mese si apre una vertenza agraria a Fossombrone che si conclude con un accordo separato fra le leghe cattoliche e l’Associazione agraria: nell’occasione, R. consiglia alle leghe contadine aderenti alla cdl di non insistere nella protesta e di rinviarla a tempi migliori. Un esito migliore ha la rivendicazione dei contadini di Urbino, anch’essa assistita dalla camera del lavoro, che si chiude in giugno con un accordo più favorevole di quello raggiunto dai cattolici a Fossombrone. R. svolge nel frattempo un’attività via via più intensa nel Segretariato provinciale dell’emigrazione, collegata dalle gravi problematiche connesse al rimpatrio di molti italiani imposto dallo scoppio del primo conflitto mondiale.
L’indomani della Settimana rossa viene accusato dagli anarchici di avere, prima, ritardato l’avvio delle agitazioni per attendere le direttive della cgdl, poi di averle concluse in tutta fretta. Ma la situazione per lui diventa complicata anche all’interno del psi pesarese, che nomina suo segretario propagandista e direttore del giornale «Il Progresso» Omero Franceschi, il quale si pone in discontinuità con l’indirizzo politico ispirato da dirigenti locali come l’avv. Filippini, cui R. è particolarmente vicino. Questi viene accusato dalla nuova dirigenza socialista di avere trascurato il lavoro nella cdl e di avere tenuto comportamenti in contrasto con la linea del partito (e viene anche sospettato di essere aderente alla Massoneria, nonostante il PSI avesse dichiarato l’incompatibilità tra questa e l’adesione al partito socialista). Tali critiche lo spingono a presentare, nel novembre 1914, le dimissioni dal psi.
Il 21 febbraio 1915 si celebra il II Congresso della cdl provinciale di Pesaro. Vi partecipano solo undici leghe. Prendendo atto della grave crisi che attraversa l’organizzazione, R presenta le proprie dimissioni, che i delegati tentano di far rientrare, ma senza successo. Di conseguenza, a partire dalle settimane seguenti il suo impegno nella camera del lavoro diminuisce, mentre cresce quello nel Segretariato dell’emigrazione. Nel settembre del 1915 parte da Pesaro, con duecento operai, alla volta di Tolmezzo, dove riceve un incarico per alcuni lavori nelle retrovie del fronte bellico. Qui diventa segretario del Consorzio carnico delle cooperative. Nel 1916 trova impiego presso il Segretariato dell’emigrazione di Novara. L’anno dopo è richiamato alle armi nel genio militare. Per disposizione del Segretariato generale per gli affari civili presso il comando supremo, viene messo a disposizione della prefettura di Novara con l’incarico di coadiuvare quegli uffici nella ricerca di operai da adibire a lavori in zona di guerra. In seguito viene esonerato dal servizio militare e riprende la sua attività di segretario provinciale dell’emigrazione. Alla fine del 1918 diventa direttore dell’Ufficio di collocamento di Novara. Nel 1926 è impiegato presso il Consorzio fra le cooperative di produzione e lavoro di Udine. Chiede l’iscrizione al pnf e ne viene proposta la radiazione dal cpc. Nel 1942 risulta risiedere a Bologna ed è ancora vigilato. Non se ne conoscono il luogo e la data della morte. [Federico Sora]
Fonti: Acs, Cpc, ad nomen; asp, Sottosezione di Fano, Arch. storico comunale, 1910, cat. 2, cl. 4, fasc. 5; ivi, 1914, cat. 2, cl. 4, fasc. 9; ivi, 1913, cat. 13, cl. 2, fasc. 2; ivi, 1914, cat. 15, cl. 3, fasc. 1; ivi, 1915, cat. 15, cl. 3, fasc. 1.
Bibliografia: riferimenti su R.: F. Del Pozzo, Le leghe contadine,in Pesaro-Urbino dalla Unità alla Resistenza. Momenti e figure, Argalia, Urbino 1975.