LUDOVICI, DOMENICO
Nasce a Cagli (PU) il 2 settembre 1884 da Francesco e Adele Giovannini; scalpellino, quindi tagliatore di vetro. In giovane età manifesta idee anarchiche, tanto da essere assegnato alla Prima compagnia di disciplina di Peschiera. Nel dicembre 1907 emigra in Francia, restandovi fino al luglio successivo per ragioni di lavoro. Il 27 settembre 1908 partecipa, a Pergola, al convegno interprovinciale anarchico. Nel maggio 1909 parte per Neuchâtel, dove organizza un gruppo libertario e si impegna nella propaganda sovversiva, anche spostandosi nei paesi vicini. Tra il 1910 e il 1914 torna un paio di volte a Cagli, vi soggiorna qualche mese, per poi ripartire verso la Svizzera. Da un articolo scritto per «Il Martello» nell’agosto 1938 L. lascerà intendere di avere abbandonato il fronte durante il Primo conflitto mondiale, ma più verosimilmente diserta la chiamata alle armi, “rischiando fucilazione o ergastolo, piuttosto che fare una guerra che non era la mia”. Nel 1922 viene segnalato a Ginevra, dove avvia un laboratorio di vetri per orologi e frequenta le riunioni settimanali del gruppo “Reveil” di Luigi Bertoni, con il quale stringe una duratura amicizia. Nel 1929 invia corrispondenze al periodico «Germinal» di Chicago, si trasferisce a Parigi – dove diventa rappresentante di prodotti alimentari, conservando tuttavia il laboratorio ginevrino – e viene iscritto nella Rubrica di frontiera. Alla fine di quello stesso anno è L. ad accompagnare Berneri ed Ermanno Menapace, che si rivelerà più tardi agente dell’ovra, nella sede della Società delle nazioni; in stretto contatto con Carlo Frigerio e Randolfo Vella, nasconde poi in casa sua Evangelisti, “il quale fu poi raggiunto da Cavani allo scopo di attendere l’occasione propizia per commettere un attentato contro la delegazione italiana” della sdn (Pol. politica, Parigi, 18 maggio 1931). In quelle settimane L. parla con Gino Bibbi e cerca inutilmente di incontrarsi con Carlo Rosselli, che gli ha preannunciato alcuni incarichi da comunicare a Bertoni. Benché sorvegliato da agenti dell’ovra, negli anni seguenti si muove con abilità fra Svizzera e Francia per organizzare il movimento libertario, relazionandosi con Amleto Astolfi, Remo Franchini, Savino Fornasari, Virgilio Gozzoli, Lorenzo Gamba e Guido Schiaffonati. Nell’aprile 1931 è a Marsiglia per vedersi con Zavattero, sulla cui statura politica esprimerà un giudizio negativo; nel giugno seguente – insieme a Vella – accompagna Nestor Machno durante il soggiorno parigino di questi. Membro della lidu, L. è uno dei rappresentanti della regione parigina al convegno anarchico dei profughi italiani che si tiene a Puteaux l’11-12 novembre 1933. Nel marzo 1936 sembra volersi ristabilire definitivamente a Ginevra, dove è ancora attivo il suo laboratorio, al quale però non si dedica mai, preso com’è dall’attività politica, che lo porta quasi ogni sera a frequentare il circolo libertario “L’Aurora” e a raccogliere fondi per finanziare l’antifascismo in Italia. Nell’agosto 1936 L., insieme con due ginevrini, si dirige a Perpignan – lungo il confine franco-spagnolo – con l’intenzione di aggiungersi agli antifranchisti. Oltrepassata la frontiera, raggiunge Barcellona insieme all’anarchico Quisinello Nozzoli, entra a far parte delle brigate internazionali e combatte a Monte Pelato. Perde un occhio e tre dita sul fronte di Huesca. Gli informatori della polizia politica italiana ne annotano nel settembre 1937 l’appartenenza alla brigata “C. Rosselli” operante in Aragona, tuttavia le notizie sul suo conto appaiono più volte contraddittorie. Diventa membro del comitato di investigazione politica della fai presso la stazione di Port Bou ed è commentatore italiano a Radio Barcellona per conto della cnt-fai. Nella città catalana convive con Berneri, Barbieri, Gozzoli, Fantozzi, Bonomi e Mastrodicasa Durante la guerra di Spagna collabora a «Le Reveil anarchiste», «Tierra y libertad», «Solidaridad obrera», «Guerra di classe» (che dirigerà insieme ad Aldo Aguzzi dopo l’assassinio di Berneri), l’«Adunata dei refrattari» e «Il Martello», talvolta servendosi degli pseudonimi “Dom” e “Domingo”. Nel gennaio 1938 L. risiede a Parigi, sotto il falso cognome di Martin, poi si dirige a Perpignan insieme a Gozzoli con l’intenzione di rientrare a Barcellona, “ma los Carabineros di Prieto gli [sic] indussero a ritornare immediatamente a Parigi, pena… la fine di Berneri” (Pol. politica, Parigi, 19 febbraio 1938). Nondimeno, ad aprile è segnalato nel capoluogo catalano. Nel febbraio 1939 lascia la Spagna per la Francia e viene internato nel campo di Argelès-sur-Mer, dove aderisce al gruppo “Libertà o morte”. Fuggito dalla prigionia, raggiunge Ginevra. Nel febbraio 1939 è a Liegi per emigrare in America, ma torna poi in Svizzera e continua a dedicarsi alla propaganda anarchica accanto a Bertoni e a Comunardo Bertoglio, peraltro approfittando di un abbonamento ferroviario ottenuto grazie al nuovo impiego di rappresentante per una fabbrica di cartoni. Nel novembre 1940 suo figlio Brenno, sebbene probabilmente estraneo a qualsiasi attività politica, viene inviato al confino. Nel corso del Secondo conflitto mondiale L. si incarica di distribuire stampa sovversiva e questo sarà il suo compito anche nel dopoguerra. Rientra in Italia nel novembre 1945 e prende parte, in qualità di delegato del gruppi anarchici della Svizzera italiana, al II e al III congresso nazionale della fai (Bologna, 16-20 marzo 1947; Livorno, 23-25 aprile 1949). Il 22 gennaio 1947, ai funerali di Bertoni, pronuncia uno dei discorsi commemorativi. Fino all’ultimo fa parte della redazione del «Reveil anarchiste». Muore a Ginevra nell’aprile 1950.
Fonti: Acs, Cpc, ad nomen; Acs, Dgps, Polizia politica, Fascicoli personali, b. 739, ad nomen; Aspu, Questura, Radiati politici, b. 2, ad nomen; Archivio Famiglia Berneri – Aurelio Chessa, Reggio Emilia, Fondo Giovanna Berneri, Cassetta XIII, n. 10 lettere di Ludovici a Giovanna Berneri; Archivio Famiglia Berneri – Aurelio Chessa, Reggio Emilia, Cassetta IV, Memorie di compagni, Domenico Ludovici; c.f. Quelli che se ne vanno. Domenico Ludovici, in “Adunata dei refrattari”, Vol. XXIX, n. 19, Saturday, May 13, 1950; Domenico Ludovici in “Il risveglio anarchico”, (Nuova serie n° 24), anno 51° . n° 1078 del 1° maggio 1950, pag. 1; Dominique Ludovici in “Le Réveil anarchiste”, 51ème année – n° 1078, 1er mai 1950, pag. 3; Quelli che ci lasciano, in «Umanità nova», 30-04-1950.
Bibliografia: Scritti di : Lettera di Ludovici, Ginevra 28/8/1945, pag. 66 in “Volontà”, Anno IX, n. 1-2-3 del 1 luglio 1955. Scritti su: Il secondo 19 luglio – Plaza del Angel, di Virgilio Gozzoli, pag. 3, in Guerra di classe”, Barcellona, a. II – N° 16 del 25 maggio 1937; Francisco Madrid Santos, Camillo Berneri. Un anarchico italiano (1897-1937) Rivoluzione e controrivoluzione in Europa (1917-1937), Trad. di A. Chersi, Ed. Archivio Famiglia Berneri, Pistoia, 1985; AICVAS, La Spagna nel nostro cuore 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, Edito a cura dell’AICVAS, Roma , 1996; Berneri Camillo, Aurelio Chessa/Pier Carlo Masini, a cura di, Epistolario inedito Volume Primo, Archivio Famiglia Berneri Edizioni/Pistoia, 1980; Berneri Camillo, Paola Feri e Luigi di Lembo a cura di, Epistolario inedito, Volume Secondo, Edizioni Archivio Famiglia Berneri , Pistoia, 1984; Antifascisti nel Casellario Politico Centrale, vol. 11, Roma 1993, p. 296;Bettini, II, p. 136;G. Bottinelli, Luigi Bertoni: la coerenza di un anarchico, Lugano, La Baronata, 1997, ad indicem;G. Galzerano, Vincenzo Perrone. Vita e lotte, esilio e morte dell’anarchico salentino volontario della libertà in Spagna, Casalvelino Scalo, Galzerano, 1999, ad indicem; F. Bucci et al., Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola, Follonica, La Ginestra 2000, pp. 157-158.
Roberto Giulianelli e Federico Sora 08/04/2003