MARAVIGLIA, OSVALDO
Nasce a Caldarola (MC) il 7 giugno 1894 da Teofilo e Ravaglioli Eusebia; operaio. Emigra negli Stati Uniti a 17 anni e raggiunge i due fratelli maggiori a Newark (New Jersey), dove trova lavoro nell’industria dell’abbigliamento maschile; partecipa alle lotte della categoria di quegli anni (in cui nacque la locale associazione sindacale Amalgamated Clothing Workers Union, Locale 24). Partito dall’Italia con idee socialiste, aderisce ben presto, con entusiasmo e sete di giustizia, all’idea anarchica; diventa poi diffusore di «Cronaca Sovversiva» e di «Era Nuova». Nel periodo della prima guerra mondiale, nonostante le persecuzioni, fu attivo propagandista antimilitarista e rivoluzionario. Nel 1916 la sua corrispondenza con la famiglia d’origine inizia ad essere controllata dalla censura militare, perché vivengono riscontrati brani di spiccato tenore sovversivo ed antimilitarista. Dopo la guerra è tra i primi ad adoperarsi per far risorgere la stampa anarchica dopo il lungo periodo di silenzio. È tra i promotori dell’«Adunata dei Refrattari», che inizia le sue pubblicazioni nell’aprile del 1922, e da quel momento tutta la sua vita si intreccerà con quella del giornale. M. nediventa amministratore e per lunghi periodi è anche redattore, correttore, cura corrispondenze, si occupa di qualsiasi questione del giornale. La sua preparazione scolastica è limitata agli studi elementari, ma è con le sue capacità, la sua intelligenza, la sua energia che ben presto riesce a disbrigare qualsiasi funzione. La sua giornata inizia alle cinque di mattina e terminava alle dieci di sera, dividendosi in tre occupazioni: la famiglia, la fabbrica ed il giornale. Non mancano dei periodi in cui quest’ultimo occupa completamente il suo tempo. Probabilmente tra i fattori di longevità dell’«Adunata», il suo sopravvivere per lunghi anni a insidie e crisi, bisogna contare anchel’opera svolta da M. Con la cura dell’«Adunata» M. inizia a tessere un’immensa rete di relazioni con i compagni americani e di tutto il mondo. I suoi contatti e la sua attività sono noti ed apprezzati in ogni angolo del mondo; egli manda e riceve notizie sulla vita del movimento, ma accompagna sempre tutto con parole fraterne di sostegno ed aiuto. Si occupa anche di ordinare la solidarietà economica nei confronti delle vittime della repressione: è M. che raccoglie fondi e provvede ad inviare somme. Presso il casellario politico centrale sono dettagliatamente documentate le somme e gli assegni che M., definito “zio d’America” inviava dagli Stati Uniti (ma talvolta veniva utilizzato anche il nome di sua moglie, Maria Caruso, compagna anche nell’ideale). Destinatari tra gli altri: E. Malatesta prima, poi la sua compagna E. Melli, C. Berneri, G. De Luisi, L. Tollini in Mastrodicasa, A. Franzini, G. Cola (vedova Stagnetti), F. De Rubeis, F. Ippoliti, C. Frigerio, V. Capuano. Nel periodo fascista la solidarietà non si limita ai versamenti ai compagni e alle famiglie bisognose ma vengono sostenute anche le attività antifasciste e cospirative (somme inviate a M. Schirru ecc.) e ciò attira particolare attenzione da parte degli apparati di polizia italiani operanti negli Stati Uniti. M. è attivo propagandistae anche attento polemista nei confronti di quegli esponenti antifascisti che talvolta esprimono giudizi semplicistici sul movimento anarchico. Durante la rivoluzione spagnola è promotore di iniziative a sostegno dei combattenti. Tra il 1936 e il 1939 si reca in Francia per una visita ai compagni là operanti. Alla caduta del fascismo riprende le relazioni con i compagni italiani, cui fornisce consigli, materiale di propaganda e sostegni finanziari. Non manca, nella sua attività di collettore e distributore di somme, di ricevere insinuazioni e critiche. Nel 1954, a causa di una grave malattia al cuore, lascia Newark per trasferirsi a San Francisco (California), abbandona quindi l’amministrazione del giornale, pur rimanendone collaboratore e consigliere. Anche le circostanze della morte testimoniano ilsuo impegno politico. Il 22 ottobre 1966 si tiene a San Francisco una manifestazione organizzata da un gruppuscolo razzista e nazifascista: alcune migliaia di persone intervengono per contrastare l’iniziativa, scoppiano tafferugli e si registrano scontri con la polizia. Nonostante la malattia M. è un assiduo partecipante di iniziative antifasciste ed antirazziste, durante la manifestazione viene colpito da malore e muore.
Fonti: acs, cpc, ad nomen; «L’Adunata dei refrattari», 29 ottobre e 12 novembre 1966; Quelli che ci lasciano, in «Umanità nova», 5-11-1966, «L’Internazionale» 1-12-1966.
Bibliografia: Scritti di e su M. in:C. Berneri, Epistolario inedito,voll. I e II,Pistoia, Ed. Archivio Berneri, 1980 e 1984, ad indicem; E. Malatesta, Epistolario 1873-1932, lettere edite ed inedite, a cura di R. Bertolucci, Carrara, Ed. Centro Studi Sociali di Avenza, 1984, ad indicem.
Federico Sora 15/6/2003